Mobilizzazione e movimentazione: due concetti diversi
14/11/2025 By: Mei Team
Oltre la tecnica, la persona: il valore dei bisogni assistenziali
Nel linguaggio comune si tende a confondere la mobilizzazione con la movimentazione, ma in realtà si tratta di due concetti distinti. Mobilizzare significa sostenere il movimento attivo del paziente, valorizzando le abilità residue e incoraggiandone la partecipazione.
Movimentare, invece, vuol dire spostare in modo passivo una persona che non è in grado di collaborare. Questa differenza è fondamentale perché orienta la scelta dell’ausilio e la modalità di intervento: capire quando il paziente può contribuire, anche solo in parte, è la chiave per ridurre il rischio di infortuni e per promuovere la sua autonomia.
“Capire quando il paziente può contribuire, anche solo in parte, è la chiave per ridurre il rischio di infortuni e promuovere la sua autonomia.“
Perché la mobilizzazione è un momento ad alto rischio
Le operazioni di mobilizzazione e trasferimento sono tra le più frequenti nelle attività di assistenza, ma anche tra le più rischiose. Molti operatori soffrono di disturbi muscoloscheletrici dovuti a posture scorrette, a letti troppo bassi o alla fretta imposta dai ritmi di reparto.
D’altra parte, un errore anche apparentemente banale nella manovra può avere conseguenze rilevanti: cadute, fratture o lesioni da pressione non solo compromettono la sicurezza e il benessere del paziente, ma incidono anche sull’organizzazione complessiva del lavoro.
Un infortunio o un evento avverso possono infatti generare tempi di assistenza più lunghi, aumento dello stress operativo e la necessità di rivedere le procedure per garantire maggiore sicurezza e prevenzione
“Prevenire questi incidenti significa adottare un approccio ergonomico, utilizzare correttamente gli ausili e comunicare in modo chiaro con chi si assiste.”
Ergonomia e postura dell’operatore
La postura dell’operatore è il primo elemento di sicurezza. La schiena deve restare in posizione neutra, evitando flessioni o torsioni, mentre la spinta deve provenire dalle gambe e dal bacino.
Tenere il paziente vicino al corpo riduce la leva e lo sforzo fisico, rendendo il movimento più controllato. Anche la posizione dei piedi è essenziale: devono garantire una base ampia e stabile, mai uniti, ma paralleli o leggermente sfalsati. Ruotare il corpo nel suo insieme, invece di girare solo il tronco, aiuta a prevenire traumi lombari e torsioni dannose.
La regolazione dell’altezza del letto è altrettanto importante: portarlo all’altezza dell’anca dell’operatore riduce notevolmente il carico sulla colonna vertebrale e migliora la gestione della manovra.
Coinvolgere il paziente
Il tempo del paziente non è il tempo dell’operatore. Le persone che vivono una condizione di dolore, fragilità o disorientamento hanno bisogno di più tempo per comprendere e partecipare.
Per questo è fondamentale spiegare cosa si sta per fare con frasi brevi e chiare, mantenere il contatto visivo e procedere con calma.
Il rinforzo positivo — anche solo un complimento o un incoraggiamento — aumenta la fiducia e favorisce la collaborazione.
In molti casi, valorizzare le abilità residue del paziente, come la forza di un arto o la capacità di mantenere il capo, consente di alleggerire il lavoro dell’operatore e di migliorare la qualità della manovra.
Gli errori più comuni
Molti incidenti derivano da errori ricorrenti: letti troppo bassi, piedi uniti, torsioni improvvise del tronco o movimenti effettuati da soli quando sarebbe necessario un aiuto.
Spesso la fretta porta a sottovalutare la preparazione dell’ambiente, la frenata delle ruote o il corretto posizionamento dell’imbracatura. Un altro errore frequente è l’uso improprio degli ausili: un sollevatore non adatto, un telo troppo piccolo o un ambiente angusto possono trasformare un’operazione di routine in un rischio per l’operatore e per il paziente.
“La fretta e l’uso improprio degli ausili trasformano un gesto di routine in un potenziale rischio per l’operatore e per il paziente.“
Mobilizzare in sicurezza: un equilibrio tra competenza, attenzione e rispetto
La mobilizzazione sicura rappresenta molto più di una procedura tecnica: è il punto d’incontro tra competenza, attenzione e sensibilità umana. Ogni gesto, dalla postura dell’operatore alla scelta dell’ausilio più adatto, è guidato dal rispetto dei tempi e delle capacità del paziente.
Comunicare con calma, spiegare ogni passaggio e favorire la partecipazione attiva sono elementi che trasformano un’azione meccanica in un vero momento di cura. È un lavoro di precisione e di responsabilità condivisa, che si affina con l’esperienza ma trova solide basi nella formazione continua e nella pratica quotidiana.
Proteggere l’operatore e sostenere il paziente sono due aspetti inseparabili della stessa missione: garantire un’assistenza sicura, competente e profondamente rispettosa della persona.


